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martedì 22 aprile 2014

Perché solare e eolico NON hanno un eccessivo consumo di suolo

Le prefiche sobillate dalla lobby fossile intonano strazianti nenie sul consumo di suolo della fonte solare e di quella eolica. E' questo uno degli ultimi punti di difesa della suddetta lobby.
Ma le valutazioni scientifiche smentiscono questi lamenti.


COMPARARE PERE CON MELE
L'argomento tipo è:
 "una centrale solare richiede 50 volte più spazio di una centrale fossile, o nucleare".

Vero, ma nel ciclo del carbone o in quello del nucleare non esiste soltanto la centrale. Nel seguito riporterò i dati per il solo ciclo del carbone, perché le valutazioni sul nucleare sono più complesse, e non sono di attualità nel dibattito. Inoltre, la sfida mondiale è oggi tra rinnovabili e carbone, quindi è questo il confronto rilevante.
In questo post indicherò come "solare" il fotovoltaico con pannelli piani, e come "eolico" l'eolico a terra. Eolico offshore e solare termodinamico non verranno considerati perché per l'offshore non c'è consumo di suolo, e perché il solare termodinamico è destinato a localizzazioni in aree desertiche dove sono meno pressanti i dubbi sul consumo di suolo (infondati comunque anche questi).

Quindi, il carbone, quanto suolo richiede per produrre una data quantità di elettricità?
Bisogna integrare i dati sulle attività estrattive, sulle infrastrutture di trasporto, stoccaggio (i carbonili), centrale termoelettrica, ed infine smaltimento scorie (sì, anche il carbone ha le sue scorie). 
Analogo calcolo va effettuato sul ciclo del solare e dell'eolico. La differenza principale tra solare-eolico e carbone consiste nella diversa prevalenza della fase della produzione elettrica. Nel caso del carbone il consumo di suolo della centrale è piccolo, ma è molto grande quello delle altre fasi del ciclo. Esattamente il contrario vale per solare-eolico, dove il consumo di suolo delle centrali rappresenta quasi tutto il consumo di suolo di questi altri cicli. Nel caso di solare-eolico quello che si vede nella fase di produzione è praticamente il totale. Mentre nel caso del carbone, la fase di produzione è ben lontana dal rappresentare il totale. Da qui l'errore di valutazione, che se è giustificabile per i cittadini non-tecnici, quando, invece, è propugnato da sedicenti esperti si configura come menzogna, per di più motivata da conflitti d'interesse.
Questa è la sintesi discorsiva, adesso passiamo alla sintesi numerica offertaci da studi indipendenti e revisionati da pari come questo.

IL CICLO DEL CARBONE
Secondo Fthenakis e Kim (2009), per produrre 1 GWh di elettricità il carbone richiede soltanto nella fase di estrazione 400 metri quadri (media sulle attività estrattive negli USA). Su questo suolo verranno poi effettuate attività di ripristino, ma gli effetti sulla distruzione degli habitat sono lunghi nel tempo, e si estendono fino a 200-300 anni! Le altre attività del ciclo del carbone pesano di meno, ma solo la centrale ha impatti modesti 9 mq/GWh (da questo valore prende spunto il fuorviante argomento del fattore 50!). Ma vanno aggiunti non trascurabili 30-80 mq/GWh per trasporto-stoccaggio, e 2-11 mq/GWh per smaltimento scorie. Non vengono considerati dallo studio le trasformazioni indirette di suolo indotte dalle emissioni inquinanti in aria (piogge acide su foreste) e in acqua. Lo studio è quindi molto conservativo.

IL CICLO DEL SOLARE
Il solare fotovoltaico, per la medesima quantità di elettricità, 1 GWh, richiede  circa 400 metri quadri per la centrale, e circa altri 25 mq/GWh per il resto delle attività indotte. Inoltre, essendo il consumo di suolo del solare "statico", cioé non richiede attività estrattive  per l'esercizio, aumentando l'intervallo di tempo dell'analisi il consumo di suolo del solare  decresce linearmente (è così anche per l'eolico). Considerando due cicli di utilizzo da 30 anni per un totale di 60 anni in una località ad alta insolazione, il consumo di suolo della centrale solare scende a soli 164 mq/GWh!

AND THE WINNER IS....
Il confronto tra il consumo di suolo del solare e quello del carbone ci indica che:
  1. le superfici delle due opzioni sono comparabili sul ciclo di  20-30 anni;
  2. le superfici del solare sono minori allungando l'intervallo dell'analisi in una prospettiva intergenerazionale.
E non dimentichiamo che vanno considerate le diverse pesantezze ambientali dei due tipi di uso di suolo: devastante per il carbone, leggero per il solare.
Inoltre, il solare fotovoltaico a terra può essere ulteriormente mitigato per usi di ombreggiamento di serre, oppure per usi compatibili con l'aumento della biodiversità. Un esempio, questo impianto solare che, pur occupando suolo, è integrato in una eccellente gestione ambientale che attrae insetti impollinatori e altre specie.
Per gli insetti impollinatori, un paradiso! Altri dettagli sulla gestione ambientale di questo impianto in questa presentazione. Foto di Guy Parker.



MA L'EOLICO?
Si potrebbe dire, ok per il solare, ma l'eolico, invece?
L'eolico per produrre 1 GWh di elettricità  richiede  2000 - 3000 mq. Ma queste superfici non rappresentano suolo cementificato! Soltanto una piccola quota, tipicamente lo 0,01-2%, di queste superfici sono interessate da opere di infrastrutturazione (le basi delle torri, le strade di accesso, che possono essere anche degli sterrati).
Il rimanente 98-99,9% è suolo disponibile per altri usi, come per esempio agricoltura, pastorizia, forestazione. E' nell'uso congiunto con la forestazione che si raggiunge il valore massimo di perdita di suolo, 2%, per strade di accesso e spazi da tenere liberi intorno alle turbine. Ma bisogna chiarire che questo 2% si riferisce a foreste commerciali, per uso carta-legname, non foreste vergini. Quindi anche questo utilizzo di caso peggiore dell'eolico ha un impatto sul consumo di suolo basso. Anche prendendo un valore estremo, non tipico, del 10%, e un valore di caso peggiore per lo spazio, 3000 mq/GWh, avremmo un consumo di suolo pari a 300 mq/GWh. Ripeto, caso estremo sfavorevole. Un valore medio dovrebbe considerare 25 mq/GWh, come i soli carbonili e le tristi teorie di treni per carbone. 
In sintesi, anche l'eolico ha un ottimo punteggio sul criterio del consumo di suolo.
Il valore alto delle superfici richieste dall'eolico rimane significativo non sul criterio del consumo di suolo, ma sul criterio del paesaggio. Ma su questo altro criterio (ripeto, il paesaggio, non il consumo di suolo, sono criteri diversi), rimando al punto 8 di un mio post precedente.

IN CONCLUSIONE....
Prefiche fossili, aggiornate le vostre nenie, o meglio, smettetela. Il vostro è solo inquinamento acustico.

  

   









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